di Antonio Simone
Napoli è da sempre rinomata per la sua pizza, ma recentemente è diventata il palcoscenico di un’innovazione culinaria che ha catturato l’attenzione del mondo intero. Si tratta di una pizza collettiva che rappresenta un vero e proprio melting pot di tradizioni e sapori, realizzata con ingredienti provenienti da diverse culture globali. In questo articolo, vi racconteremo l’entusiasmante storia di come la pizza sia diventata il simbolo della convivenza tra i popoli, portando avanti un messaggio di unione e diversità.
Un workshop rivoluzionario – “Informal Lunch”
Il cuore di questa storia affonda le radici in un evento internazionale chiamato “EDI Global Forum.” L’EDI Global Forum, organizzato dalla Fondazione Morra Greco in collaborazione con la Regione Campania, ha riunito più di 100 istituzioni culturali da tutto il mondo, tra cui nomi di prestigio come il MoMA, il Victoria & Albert Museum e il Stedelijk Museum. Queste istituzioni provenivano da 30 Paesi diversi, rappresentando tutti e 5 i continenti. In questo contesto unico, l’artista Eugenio Tibaldi ha lanciato il “Informal Lunch,” un’esperienza che ha dato vita a una pizza rivoluzionaria.
Un’unione di culture e sapori
Al centro del “Informal Lunch,” c’erano 15 giovani donne provenienti da diverse parti del mondo, tra cui Siria, Egitto, Marocco, Bolivia, Algeria, Pakistan e Georgia. Queste donne migranti frequentavano il centro interculturale Officine Gomitoli di Dedalus Cooperativa Sociale, un partner dell’iniziativa dedicato a promuovere incontri e convivenza tra le differenze. Questo centro faceva parte del progetto “SCIC – Sistema Cittadino per l’Integrazione di Comunità,” finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Migratorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con il Comune di Napoli come capofila.
Queste giovani donne sono state coinvolte in un progetto creativo straordinario: immaginare un menù di pizze informali. Hanno unito gli ingredienti tradizionali della pizza, un simbolo e una specialità di Napoli, con sapori, spezie e ricette provenienti dalle loro culture d’origine. Questa iniziativa ha fatto sì che la preparazione di queste pizze diventasse una vera e propria pratica trans-comunitaria, raccontando l’incontro tra comunità di origine e comunità di arrivo, aprendo una finestra verso un futuro di inclusione e convivenza.
La creazione delle Pizze Multiculturali
Durante il corso della giornata, il talentuoso artista Eugenio Tibaldi ha lavorato fianco a fianco con il gruppo di donne, trasformando le loro visioni in realtà. Ma la magia non si è fermata lì. Gli altri partecipanti dell’EDI Global Forum e i frequentatori di Piazza Garibaldi sono stati coinvolti nel processo, trasformando l’intera esperienza in un affascinante laboratorio culinario.
Questa pizza, nata dalla collaborazione tra diverse culture e gusti, è diventata il simbolo di un futuro in cui la diversità è celebrata e la convivenza è un valore imprescindibile. Questo progetto dimostra quanto sia potente la gastronomia nel promuovere la comprensione e l’unità tra i popoli.
Molto più di un semplice piatto
La pizza del futuro, nata a Napoli attraverso il “Informal Lunch,” è molto più di un semplice piatto. È un’opera d’arte culinaria che simboleggia la convivenza tra culture diverse, un’espressione di apertura verso il mondo e di inclusione. Questa iniziativa ci ricorda che la cucina può essere un ponte tra le nazioni, un modo per unire le persone attraverso il gusto e la condivisione. E così, da Napoli, si diffonde un messaggio di speranza e unità che può ispirare il mondo intero.