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IL CAFFÈ SOSPESO

in napoletano ‘O cafe’ suspiso

Chissà se un giorno ci sarà anche la pizza sospesa?

di Antonio De Simone

Il caffè a Napoli è la vera bevanda sociale, quella attraverso cui passano le relazioni di socializzazione, ancor di più quando non esistevano i social.

Si socializza condividendo il caffè

A Napoli, ovvero i napoletani dicono ad un amico, a una persona che incontrano “andiamoci a bere un caffè” oppure “ti prendi un caffè?” ma non significa che l’altra persona è obbligata a bere il caffè.

È un modo per dire, passiamo un po di tempo insieme.

Il caffè sospeso era una vecchia usanza napoletana, oggi è andata a morire. Consisteva nel pagare due caffè, berne solo uno e l’altro decideva il barista a chi offrirlo. Di solito, veniva offerto a coloro che non passavano un bel momento economico e non potevano neanche permettersi un caffè.

Quindi, il caffè sospeso andava a beneficio di uno sconosciuto.

Da alcune ricerche effettuate, risulta che l’usanza del caffè sospeso, risale al periodo subito dopo la seconda Guerra Mondiale. Erano tempi difficili per tutti ma chi poteva permettersi di prendere il caffè da ambulanti che giravano per la città vendendo caffè già preparato in precedenza e versato in recipienti, ne pagava un’altro a favore di chi non poteva permetterselo.

Anche quando una persona era particolarmente felice per una buona notizia ricevuta, la prima cosa che faceva, correva al bar a prendere un caffè per incontrare conoscenti a cui raccontare la notizia. Anche in questo caso ne pagava due, uno era il sospeso per qualche bisognoso.

Si è tanto parlato negli anni di questa tradizione napoletana che in diverse città italiane e del mondo il caffè sospeso sta diventando una moda mondiale, addirittura in molti paesi lasciano pagato una colazione intera.

Il caffè sospeso oggi si è diffuso anche in Bulgaria, Irlanda, Spagna, Francia, Belgio, Grecia, Argentina e molte altre nazioni.

Un plauso va “all’Associazione Scugnizzi” che ha ideato e messo in atto un progetto che ha come nome “Caffè Sospeso”. Questo progetto prevede un tirocinio di tre mesi per i giovani a rischio dell’area penale campana. Ragazzi che vengono dal mondo dell’illegalità, imparano il mestiere del barman attraverso un corso e subito dopo vanno a lavorare in un bar presente all’interno del Tribunale per i minori e percepiscono anche uno stipendio di € 500,00 mensili.

In altre parti d’italia, si sta replicando questo metodo del sospeso anche con i libri, diversi lettori, lasciano pagato anche per coloro che non possono permettersi di pagare per l’affitto dei libri.

Per la pizza? Ho provato a chiedere a qualche pizzaiolo di Napoli ma sembra che al momento non sia partita nessuna iniziativa per la “pizza sospesa”.

Se qualcuno sa notizie in merito, può lasciarlo scritto nei commenti, grazie.

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