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Degustare il vino: scoprire e apprezzare tutte le sfumature

Guida alla degustazione: segreti per conoscere, comprendere ed apprezzare un vino

Degustare un vino significa anche scoprirlo in tutto il suo potenziale, conoscerlo, comprenderlo e quindi apprezzarlo. La tecnica per degustare correttamente un vino non è molto dissimile da quella che abbiamo visto qualche giorno fa per degustare un distillato, ma ci sono alcune piccole differenze. Vediamo allora in questa puntata come si degusta correttamente il vino.

L’importanza della temperatura e del bicchiere giusto

Per cominciare, per degustare correttamente un vino è importante servirlo alla giusta temperatura e soprattutto nel giusto bicchiere. Sebbene per i vini esistano tante tipologie di bicchieri, il concetto alla base è sempre quello: il bicchiere deve essere a forma di tulipano. Da una parte ha una base ampia e spianata che permette una corretta ossigenazione, dall’altra si restringe verso la sommità, permettendo che gli aromi non vadano dispersi, ma che invece vadano a concentrarsi verso l’alto. Questa forma ci permetterà di carpire e apprezzare meglio gli aromi del nostro vino.

Come vi dicevo, ci sono tanti bicchieri da vino, ma il concetto di base non cambia: abbiamo bisogno di un bicchiere a forma di tulipano. Ma partiamo quindi con la nostra degustazione.

Ora che sapete che ogni degustazione deve coinvolgere il maggior numero di sensi possibili, i sensi di cui abbiamo bisogno sono ovviamente la vista, l’olfatto e il gusto. Per condurre questa degustazione, abbiamo scelto un vino rosso dell’azienda agricola Bellaria, che già conoscete perché ne ho parlato in passato. Questo vino è un particolare vino che viene dall’Irpinia e si chiama Core. È prodotto con aglianico in purezza, un vitigno molto importante e la base costituente del Taurasi.

Esaminare il vino: colore, limpidezza e consistenza

Il primo senso da prendere in considerazione, come vi dicevo sempre, è la vista. Non solo perché l’aspetto di un vino conta, ma anche e soprattutto perché l’esame visivo può rivelarci già molte informazioni su di esso. Portiamo dunque il nostro calice all’altezza degli occhi e osserviamone il colore, la limpidezza e la consistenza. Tra tutti e tre i parametri, forse il colore è quello più indicativo, perché ci può rivelare informazioni come ad esempio se un rosso è giovane, tipicamente contraddistinto da un rosso rubino con riflessi purpurei-violacei, o se un vino rosso è più invecchiato, con un colore tendente al granato o addirittura all’aranciato. Lo stesso vale per i vini bianchi, che possono essere di un colore giallo paglierino se sono giovani, o più dorati e ambrati se sono più strutturati e invecchiati. L’esame della limpidezza, che si fa meglio in controluce, ci permette di vedere se ci sono delle particelle in sospensione o se il vino è leggermente torbido. È importante notare che la presenza di un certo sedimento non è necessariamente indice di cattiva qualità, anzi, ci sono alcuni vini biodinamici che non vengono filtrati e hanno questa caratteristica. Inoltre, ci sono alcuni vini invecchiati la cui presenza di sedimento è del tutto naturale. Infine, valutiamo la consistenza del nostro vino facendolo roteare all’interno del bicchiere. La viscosità è indice della sua struttura e della sua alcolicità.

Catturare i profumi: l’arte di riconoscere gli aromi del vino

Adesso è giunto il momento di godere dei profumi del nostro vino. Per farlo, teniamo ancora una volta il vino nel nostro bicchiere e lo roteiamo. In questo modo, facilitiamo lo scambio gassoso e il vino sprigiona tutti i suoi aromi. Avviciniamo il nostro naso all’apertura del bicchiere e godiamo di questo momento, cercando di carpire tutti i profumi che il nostro vino ci regala. Spesso, un determinato odore può fornirci informazioni importanti, ad esempio ci sono i cosiddetti aromi primari che in alcuni casi possono rivelare il vitigno d’origine. Pensate ad esempio al profumo della foglia di pomodoro, che ci svela la presenza del Sauvignon Blanc. Oppure, se notiamo il profumo del peperone verde, molto spesso è segno che all’interno del vino, cioè del Cabernet Sauvignon, ci sono anche profumi secondari derivanti dai processi di fermentazione e infine ci sono gli aromi terziari, quelli dovuti all’eventuale invecchiamento. Insomma, i sentori che possiamo cogliere all’interno di un vino sono davvero moltissimi e riuscire a identificarli tutti è praticamente impossibile, occorre tanto allenamento. Ma noi non siamo sommelier e quello che a noi interessa è semplicemente godere al meglio del nostro vino. Limitatevi quindi a cogliere il bouquet che vi regala il vostro vino e magari divertitevi a riconoscere qualche nota che ne sentite particolarmente caratteristica.

Valutare la complessità e l’intensità del bouquet

Un’altra cosa che possiamo valutare del vino è la complessità e l’intensità. L’intensità è la forza con cui avvertiamo gli aromi, mentre la complessità rappresenta la ricchezza del bouquet, la varietà degli aromi. Più aromi percepiamo, più il bouquet è ricco e quindi si dice che il vino è complesso.

Gustare il vino: sensazioni da scoprire nel palato

Ed è giunto finalmente il momento di berlo, ma non fatelo con disattenzione. Per apprezzare al meglio il vino, sorseggiate una piccola quantità e prima di deglutirlo, trattenetelo un pochettino in bocca. Le vostre papille gustative saranno intensamente sollecitate. Provate a coglierne tutte le sensazioni: dolce, amaro, astringente. Avvertite una sensazione di calore o freschezza? Lo sentite forte e strutturato o debole e tenue? Anche qui, a meno che non siate sommelier, non siete tenuti a valutare il vino, limitatevi a goderlo apprezzandolo e cercando di capire tutte le sue sfumature.

Il nostro viaggio con l’Irpinia Rosso della Bellaria: un vino da degustare con attenzione

Noi abbiamo scelto un Irpinia Rosso della cantina Bellaria per questa degustazione. È un vino prodotto con uve Aglianico in purezza, un vitigno molto importante e base costituente del Taurasi, un vino prestigioso della regione. Nel bicchiere, abbiamo notato che il vino è caldo, quasi pastoso, e soprattutto è ancora abbastanza astringente, si sentono i tannini. Questo potrebbe indicare che il vino ha un potenziale evolutivo ancora da sfruttare. Probabilmente può invecchiare ancora qualche anno e migliorare ulteriormente.

Mi godo quindi il mio Irpinia Rosso della Bellaria con tranquillità, sperando che questa degustazione sia stata di gradimento e possa esservi stata utile. Non mancate di seguire anche le prossime puntate, perché ci saranno tante novità interessanti. Grazie per essere stati con me e ci vediamo alla prossima puntata.

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